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Riconoscere i progressi, valorizzare i percorsi

La valutazione è un atto educativo, non solo un momento conclusivo. Nella scuola inclusiva, valutare significa dare valore al percorso di apprendimento di ogni studente, riconoscendo i progressi, le strategie, le condizioni di partenza, e non solo il risultato finale.
Per gli alunni con disabilità, disturbi specifici dell’apprendimento o altri bisogni educativi speciali, la valutazione deve essere coerente con la personalizzazione degli obiettivi e con il principio di equità.

Che cos’è una valutazione inclusiva?

Una valutazione è inclusiva quando:

  • è formativa, cioè orientata al miglioramento e non solo al giudizio;

  • è trasparente, perché lo studente sa su cosa verrà valutato e con quali strumenti;

  • è coerente con le misure e le strategie previste nel PEI o nel PDP;

  • valorizza i progressi, anche piccoli, rispetto al livello di partenza;

  • rende possibile a tutti dimostrare ciò che hanno appreso, attraverso canali diversi.

Non si tratta di “abbassare l’asticella”, ma di guardare al senso profondo dell’apprendere: aiutare ciascuno a raggiungere il proprio massimo potenziale.

Valutazione e disabilità: cosa dice la normativa

La normativa italiana (D.Lgs. 62/2017, O.M. 172/2020, Linee guida PEI 2021) stabilisce che:

  • la valutazione degli alunni con disabilità deve riferirsi agli obiettivi personalizzati del PEI;

  • deve essere espressa con gli stessi strumenti degli altri alunni (voti, giudizi), ma tenendo conto del percorso individualizzato;

  • nella scuola secondaria, l’ammissione all’esame e il titolo finale (diploma o attestato) dipendono dalla tipologia di obiettivi inseriti nel PEI (equipollenti o non equipollenti).

Criteri e strumenti per una valutazione equa

Criteri di valutazione inclusiva

  • Coerenza con gli obiettivi personalizzati: non si valuta ciò che non è stato insegnato.

  • Rilevanza formativa: la valutazione aiuta a capire, non solo a classificare.

  • Accessibilità: prove e strumenti devono essere fruibili da tutti.

  • Osservazione sistematica: accanto alla verifica, si considerano anche l’impegno, la partecipazione, l’autonomia.

Strumenti consigliati

  • Griglie di valutazione personalizzate

  • Rubriche descrittive a livelli (es. emergente, in sviluppo, consolidato)

  • Portfolio individuale con evidenze di apprendimento

  • Prove differenziate per contenuti o modalità (orali, pratiche, iconiche)

  • Autovalutazioni e co-valutazioni guidate

Verifiche e BES: adattare ≠ semplificare

Per gli alunni con BES (DSA, ADHD, disturbo del linguaggio, ecc.), le prove possono essere adattate nel rispetto degli obiettivi della classe.

Esempi:

  • tempo aggiuntivo o uso di mappe compensative

  • consegna semplificata ma contenuto equivalente

  • prove orali al posto dello scritto (in base al PDP)

  • verifiche pratiche o multimediali per l’esposizione dei contenuti

L’adattamento non è un “favore”, ma una misura di equità didattica che garantisce pari opportunità di espressione.

La valutazione come strumento per l’inclusione

Una scuola che valuta in modo inclusivo:

  • crea un clima di fiducia e responsabilità;

  • aiuta ogni studente a conoscere se stesso come apprendente;

  • combatte la paura dell’errore e del confronto;

  • riconosce il valore di tutti i percorsi, anche quelli non standardizzati.

Conclusione

Valutare in modo inclusivo significa passare dal “quanto vale questo alunno” a “cosa vale per lui ciò che ha imparato”.
Significa porre lo sguardo sulla crescita, non solo sul voto.
È un cambiamento culturale che richiede formazione, collaborazione nel team docente e una forte intenzionalità educativa.