Il ruolo del linguaggio nella costruzione del pensiero e dell’apprendimento
Il linguaggio non è solo uno strumento per comunicare: è anche e soprattutto una funzione cognitiva centrale nello sviluppo del pensiero. Dalla prima infanzia all’età adulta, il linguaggio permette di dare forma alle esperienze, organizzarle, condividerle e riflettervi.
Per questo motivo, comprendere il legame tra linguaggio e sviluppo cognitivo è essenziale per ogni docente, specialmente per chi lavora in contesti inclusivi, con studenti che presentano difficoltà linguistiche, disturbi del linguaggio, bisogni educativi speciali o disabilità comunicative.
Il linguaggio come strumento del pensiero
Secondo le teorie classiche (Piaget), il pensiero precede e guida lo sviluppo del linguaggio: il bambino organizza la realtà attraverso schemi cognitivi che, successivamente, vengono espressi verbalmente.
Al contrario, secondo Vygotskij, è proprio il linguaggio a guidare lo sviluppo del pensiero. Attraverso la comunicazione con l’adulto e l’ambiente sociale, il bambino interiorizza parole, significati, strutture che trasformano il suo modo di pensare.
Il linguaggio diventa così uno strumento di mediazione culturale e cognitiva, che consente al bambino di:
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organizzare le esperienze,
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riflettere su ciò che apprende,
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sviluppare la coscienza di sé.
Sviluppo del linguaggio: tappe principali
Lo sviluppo linguistico segue un percorso relativamente stabile, ma influenzato da fattori individuali e ambientali.
0–12 mesi:
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vocalizzi, lallazione, reazione ai suoni, attenzione condivisa.
12–24 mesi:
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prime parole, uso intenzionale del linguaggio per richiedere e nominare.
2–3 anni:
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frasi brevi, uso delle prime strutture grammaticali, ampliamento lessicale rapido.
3–5 anni:
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sviluppo del discorso narrativo, uso di connettivi, domande, forme verbali.
6–12 anni:
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consolidamento della sintassi, sviluppo del vocabolario astratto, padronanza della lingua scritta e parlata, avvio del pensiero metalinguistico.
Dalla secondaria in poi:
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uso di linguaggi specialistici, capacità argomentativa, riflessione critica sul linguaggio.
Funzioni del linguaggio nella scuola
A scuola, il linguaggio svolge molteplici funzioni, che non si limitano alla sola comunicazione:
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Cognitiva: permette di comprendere e costruire concetti.
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Regolativa: aiuta a pianificare, controllare, autovalutare le proprie azioni.
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Sociale: consente la relazione, la cooperazione e la partecipazione.
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Didattica: è lo strumento principale della mediazione dell’insegnante.
Ogni disciplina scolastica si fonda sull’uso del linguaggio, orale o scritto. Insegnare significa, in buona parte, insegnare attraverso il linguaggio e sul linguaggio.
Disturbi del linguaggio e difficoltà di apprendimento
Alcuni studenti presentano ritardi o disturbi del linguaggio, che possono incidere significativamente sul percorso scolastico:
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Disturbo del linguaggio (DSL o DPL): difficoltà nella produzione e/o comprensione di frasi e parole, in assenza di deficit sensoriali o cognitivi gravi.
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Disturbo della comunicazione sociale (pragmatica): difficoltà nell’uso del linguaggio in modo appropriato al contesto.
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Disturbi misti del linguaggio recettivo ed espressivo.
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Dislessia e altri DSA: spesso associati a fragilità linguistiche nella comprensione del testo o nell’espressione scritta.
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Alunni con disabilità intellettiva o autismo: possono presentare compromissioni importanti nel linguaggio verbale e non verbale.
Questi alunni possono imparare, ma hanno bisogno di mediazioni, strumenti e tempi diversi.
Strategie didattiche per favorire lo sviluppo linguistico e cognitivo
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Semplificare il linguaggio dell’insegnante
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Usare frasi brevi, vocaboli familiari, espressioni dirette.
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Spiegare i termini nuovi con esempi concreti.
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Accompagnare la parola con il supporto visivo
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Schemi, immagini, mappe, linee del tempo, icone.
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Usare sottotitoli nei video o immagini-sequenza per la narrazione.
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Stimolare la produzione linguistica attiva
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Far raccontare, spiegare, riassumere con parole proprie.
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Lavorare in coppia o in piccolo gruppo per facilitare l’uso del linguaggio.
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Valorizzare il linguaggio orale
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Non privilegiare solo la scrittura.
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Dare spazio a esposizioni orali, podcast, lettura ad alta voce, drammatizzazione.
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Potenziare la comprensione del testo
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Fare domande guida prima, durante e dopo la lettura.
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Usare tecniche di pre-lettura e analisi del vocabolario.
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Insegnare la riflessione metalinguistica
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Aiutare a riconoscere e correggere errori.
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Far ragionare sulle strutture linguistiche e sui registri comunicativi.
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Linguaggio, pensiero e inclusione
Una didattica sensibile al linguaggio è fondamentale per l’inclusione. Gli studenti che non comprendono il linguaggio della scuola rischiano di essere esclusi dalla partecipazione e dalla valutazione.
Per questo è importante:
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parlare in modo accessibile,
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dare tempo per la comprensione,
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usare più canali comunicativi,
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valutare anche attraverso modalità alternative (immagini, mappe, spiegazioni orali guidate).
Ogni alunno ha diritto di comprendere ciò che gli viene chiesto e di esprimere ciò che sa nei modi che gli sono più accessibili.
Fonti di riferimento
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Vygotskij, L. S. (1934). Pensiero e linguaggio
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Bruner, J. S. (1983). Il parlare del bambino
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Bates, E. (2001). Language and brain development
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Erickson (2021). Didattica per lo sviluppo del linguaggio
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MIUR (2021). Linee guida per il diritto allo studio degli alunni con disturbi del linguaggio