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L’apprendimento come costruzione attiva e culturale del sapere

Jerome Seymour Bruner (1915–2016) è stato uno dei più influenti psicologi dell’educazione del Novecento.
Con il suo approccio costruttivista, ha dato un contributo fondamentale alla comprensione dell’apprendimento come processo attivo, sociale e culturalmente situato.
Bruner non ha solo studiato come apprendiamo, ma ha anche indicato come dovremmo insegnare, costruendo una visione pedagogica centrata sul significato, sulla scoperta e sulla partecipazione.

Breve profilo biografico

Bruner nasce a New York e si forma nell’ambito della psicologia cognitiva. Collabora con Piaget e Vygotskij, ma sviluppa una visione personale dell’intelligenza e della didattica.
È tra i fondatori del cognitivismo americano e, negli anni ’60, promuove la riforma dei curricoli scolastici negli Stati Uniti.

Il suo pensiero evolve nel tempo, passando da una visione più cognitiva a una sempre più culturale e narrativa dell’apprendimento.

I principi fondamentali del pensiero di Bruner

1. Apprendimento come scoperta attiva

Per Bruner, imparare significa scoprire, riorganizzare, attribuire senso, non ricevere passivamente nozioni.
Lo studente non è un contenitore, ma un costruttore di significati, che deve essere messo in condizione di esplorare, sperimentare, formulare ipotesi.

“Il miglior modo per apprendere qualcosa è scoprirla da sé.”

2. Tre forme di rappresentazione mentale

Bruner individua tre modi attraverso cui la mente rappresenta il sapere:

  • Rappresentazione enattiva (0–3 anni)
    → basata sull’azione, sull’esperienza fisica.
    Esempio: imparare cos’è una palla toccandola, lanciandola.

  • Rappresentazione iconica (3–7 anni)
    → basata sulle immagini, sui simboli visivi.
    Esempio: riconoscere un oggetto da un disegno.

  • Rappresentazione simbolica (da 7 anni in poi)
    → basata sul linguaggio, sulla logica astratta.
    Esempio: comprendere una definizione verbale.

Queste forme non si escludono, ma si integrano: anche nell’adulto, il sapere passa spesso attraverso immagini e azioni.

3. Curricolo a spirale

Un altro concetto chiave è quello di curricolo a spirale:

Ogni concetto può essere insegnato a qualsiasi età, purché venga adattato al livello di sviluppo dello studente.

L’idea è quella di ritornare più volte sugli stessi contenuti, approfondendoli ogni volta con maggiore complessità, in un percorso a spirale che favorisce l’apprendimento progressivo e significativo.

4. Importanza del contesto culturale e del linguaggio

Bruner sottolinea che il sapere non è neutro, ma è costruito in un contesto sociale e culturale.
Il linguaggio è lo strumento attraverso cui costruiamo e condividiamo significati.

In aula, questo significa:

  • valorizzare il dialogo, la narrazione, il confronto;

  • stimolare la co-costruzione del sapere tra docente e studenti;

  • proporre situazioni autentiche, che abbiano senso per chi apprende.

Bruner e l’inclusione scolastica

Le idee di Bruner sono particolarmente preziose per una scuola inclusiva, perché:

  • valorizzano la partecipazione attiva di ogni studente;

  • riconoscono il valore dell’esperienza concreta e della mediazione culturale;

  • sostengono l’uso di materiali multicanale (oggetti, immagini, parole);

  • permettono di progettare percorsi flessibili, motivanti, significativi.

Un alunno con disabilità o BES può apprendere meglio se coinvolto in attività operative, visive, narrative, piuttosto che esclusivamente astratte.

Implicazioni didattiche concrete

  • Proporre compiti di scoperta (invece che solo esercizi ripetitivi)

  • Usare esempi concreti prima delle definizioni

  • Introdurre i concetti in forma iconica o enattiva prima di passare al simbolico

  • Costruire percorsi a spirale, riprendendo e ampliando i contenuti nel tempo

  • Valorizzare il dialogo educativo: domande aperte, narrazione, problematizzazione

Critiche e limiti

  • Il modello può essere difficile da applicare in classi numerose o eterogenee senza un’adeguata formazione.

  • La scoperta autonoma può risultare dispersiva per studenti con difficoltà cognitive, se non è ben guidata.

  • Richiede tempo, materiali e consapevolezza pedagogica, spesso assenti in contesti scolastici rigidi.

Ma con gli opportuni adattamenti, i principi di Bruner restano tra i più moderni e potenti per una didattica viva e inclusiva.

Conclusione

Jerome Bruner ci ha insegnato che imparare non è solo ricevere, ma costruire.
Che ogni studente può capire se posto nella condizione giusta per esplorare, riflettere e dare significato.
E che la scuola non dovrebbe solo trasmettere contenuti, ma favorire l’intelligenza culturale e narrativa, preparando i giovani a vivere nel mondo come soggetti pensanti, dialoganti, liberi.