Il condizionamento classico e l’inizio della psicologia del comportamento
Quando pensiamo all’apprendimento, ci viene spontaneo immaginare libri, maestri e intenzionalità. Eppure, esiste anche un apprendimento inconsapevole, automatico, quasi riflesso, che avviene ogni giorno, semplicemente vivendo.
Il primo a studiarlo con metodo scientifico fu Ivan Pavlov, medico e fisiologo russo, premio Nobel per la medicina nel 1904, che senza volerlo cambiò la storia della psicologia e dell’educazione.
Una scoperta nata per caso
Tutto cominciò in un laboratorio di San Pietroburgo alla fine dell’Ottocento. Pavlov stava conducendo studi sui processi digestivi nei cani. Ai suoi occhi interessava la quantità di saliva prodotta dai cani in risposta al cibo: un processo fisiologico, misurabile e apparentemente semplice.
Per farlo, nutriva i cani a orari regolari e ne registrava la salivazione. Ma ben presto si accorse di qualcosa di curioso: i cani cominciavano a salivare ancora prima che il cibo fosse presentato. Bastava che vedessero il tecnico che li nutriva o sentissero il rumore dei suoi passi nel corridoio. In altre parole, stavano “anticipando” il cibo.
Pavlov intuì che si trattava di un apprendimento per associazione: gli animali avevano imparato a collegare un evento neutro (il suono dei passi) a un evento biologicamente rilevante (il cibo). E questo cambiava tutto.
Il celebre esperimento del campanello
Per studiare questo fenomeno in modo sistematico, Pavlov progettò un esperimento oggi celeberrimo.
Fece precedere la somministrazione del cibo da un suono, come quello di un campanello. Il suono da solo, inizialmente, non provocava alcuna reazione: era uno stimolo neutro.
Ma dopo alcune ripetizioni in cui il suono veniva sempre seguito dal cibo, accadde qualcosa di straordinario:
il solo suono del campanello bastava a far salivare il cane.
Il cane, in assenza del cibo, reagiva come se il cibo fosse già presente. L’associazione si era fissata.
In termini scientifici:
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Il cibo è uno stimolo incondizionato, che provoca una risposta incondizionata (la salivazione).
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Il suono, inizialmente neutro, diventa uno stimolo condizionato.
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La salivazione al suono è una risposta condizionata, frutto di apprendimento.
Pavlov aveva dimostrato che anche un comportamento apparentemente automatico come la salivazione poteva essere appreso per via associativa.
Che cos’è il condizionamento classico
Il processo scoperto da Pavlov prende il nome di condizionamento classico. Si basa sull’idea che:
uno stimolo inizialmente neutro, se associato ripetutamente a uno stimolo significativo, può acquisire da solo la capacità di evocare una risposta.
Questo meccanismo si applica non solo agli animali, ma anche agli esseri umani. Pensiamo, ad esempio, a:
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un bambino che comincia ad avere ansia appena vede il banco delle interrogazioni;
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un odore che risveglia ricordi vividi;
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una melodia che ci commuove “senza motivo apparente”.
I principi fondamentali
Pavlov e i suoi successori hanno descritto alcune leggi del condizionamento:
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Acquisizione: il processo di apprendimento dell’associazione.
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Estinzione: se lo stimolo condizionato (es. suono) non è più seguito dal rinforzo (cibo), la risposta tende a scomparire.
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Recupero spontaneo: anche dopo l’estinzione, la risposta può riapparire.
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Generalizzazione: la risposta appresa si estende a stimoli simili.
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Discriminazione: si impara a rispondere solo a uno stimolo preciso.
Cosa ha insegnato Pavlov all’educazione
Anche se Pavlov non si occupò direttamente di scuola, la sua scoperta ha influenzato profondamente le teorie dell’apprendimento:
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Ci ha mostrato che molti comportamenti si apprendono anche senza intenzione, per semplice esposizione.
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Ha introdotto il concetto di ambiente come forza attiva nella formazione dei comportamenti.
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Ha ispirato lo sviluppo del comportamentismo, in particolare nel lavoro di Skinner e Thorndike.
Applicazioni nella didattica e nella psicopedagogia
Alcuni esempi concreti di come il condizionamento classico entra nella scuola:
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Creare un’associazione positiva con l’ambiente scolastico: se l’esperienza di apprendimento è piacevole, lo studente tenderà ad avvicinarvisi.
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Attenuare paure o reazioni emotive negative attraverso esposizione graduale e rassicurazione.
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Stabilire routine che associano segnali a comportamenti attesi (es. il suono del timer come avvio del lavoro di gruppo).
Queste strategie sono particolarmente utili con:
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alunni con disabilità intellettiva o difficoltà di regolazione comportamentale,
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studenti con autismo o ADHD che beneficiano di ambienti prevedibili,
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situazioni in cui si vuole gestire l’ansia scolastica attraverso esperienze controllate.
Conclusione
Pavlov ci ha insegnato che apprendere significa anche costruire associazioni tra esperienze.
E che il nostro comportamento è più sensibile al contesto di quanto immaginiamo.
Per un insegnante, ciò significa riconoscere quanto ogni parola, ogni gesto, ogni ambiente diventa uno stimolo che educa, nel bene e nel male.
Anche una semplice campanella può insegnare qualcosa. Sta a noi scegliere cosa.
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