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Il pensiero laterale per educare alla creatività e alla flessibilità mentale

Edward de Bono (1933–2021) è stato un medico, psicologo e autore maltese, noto a livello internazionale per aver introdotto e diffuso il concetto di pensiero laterale, una forma di pensiero creativo e non convenzionale, utile per la risoluzione dei problemi, lo sviluppo dell’intelligenza flessibile e la promozione dell’innovazione.

La sua opera rappresenta una svolta fondamentale nel campo della pedagogia contemporanea: de Bono ha portato all’attenzione di educatori, formatori e insegnanti la necessità di educare non solo a pensare correttamente, ma anche a pensare in modo diverso.
Nel contesto scolastico, le sue proposte metodologiche offrono strumenti pratici per potenziare il pensiero critico, promuovere la partecipazione attiva e valorizzare la diversità delle intelligenze.

Un pensiero oltre le regole: il concetto di “pensiero laterale”

Alla base della teoria di de Bono vi è una distinzione fondamentale tra pensiero verticale e pensiero laterale:

  • Il pensiero verticale è quello tradizionale, logico, sequenziale, basato sull’analisi, la coerenza e il rigore.

  • Il pensiero laterale è invece un modo di ragionare non lineare, che si fonda su intuizione, ristrutturazione, rottura degli schemi abituali, esplorazione di soluzioni inaspettate.

Per de Bono, il pensiero verticale è importante, ma da solo non è sufficiente per affrontare problemi complessi o situazioni nuove.
Il pensiero laterale consente di “uscire dagli schemi”, guardare il problema da un altro punto di vista, generare soluzioni originali.

Non si tratta di una forma di “fantasia libera”, ma di una disciplina del pensiero creativo, che può essere insegnata, praticata, potenziata attraverso esercizi, tecniche e attività didattiche specifiche.

Perché insegnare a pensare?

De Bono ha sostenuto per tutta la vita che “pensare è una competenza che si può insegnare, proprio come si insegna a leggere o a fare di conto”.
Questa affermazione, rivoluzionaria nel suo tempo, è oggi confermata dalle neuroscienze cognitive e dalle pedagogie attive.
Nelle sue opere, ha offerto modelli operativi e tecniche per allenare il pensiero, utili a scuola, nel lavoro, nella vita quotidiana.

Secondo de Bono, la scuola tradizionale ha spesso privilegiato l’insegnamento dei contenuti, trascurando lo sviluppo delle abilità mentali trasversali, come:

  • la flessibilità,

  • la capacità di affrontare problemi nuovi,

  • la creatività,

  • la collaborazione,

  • la riflessione autonoma.

Proporre attività per “imparare a pensare” è quindi un’esigenza educativa fondamentale per la formazione di cittadini critici, consapevoli e capaci di agire nel mondo complesso.

Le tecniche di de Bono

Tra gli strumenti più noti proposti da de Bono, ricordiamo:

1. Il Pensiero Laterale (Lateral Thinking)

È l’approccio più famoso, che si basa su una serie di tecniche per stimolare soluzioni non convenzionali.
Alcuni esercizi tipici:

  • cambiamento di prospettiva,

  • analogie inconsuete,

  • provocazioni creative,

  • domande “assurde” che rompono gli schemi mentali.

2. I Sei Cappelli per Pensare (Six Thinking Hats)

Una tecnica di lavoro cooperativo per affrontare un problema guardandolo da sei diversi punti di vista, ognuno rappresentato da un cappello colorato:

  • Cappello Bianco: fatti, dati oggettivi

  • Cappello Rosso: emozioni, intuizioni

  • Cappello Nero: rischi, problemi

  • Cappello Giallo: vantaggi, opportunità

  • Cappello Verde: idee nuove, creatività

  • Cappello Blu: controllo, sintesi, direzione del pensiero

Questa tecnica è utile nella scuola secondaria per strutturare il dibattito, facilitare la partecipazione e guidare il ragionamento in modo collaborativo e inclusivo.

3. Il PO – Provocative Operation

Un espediente per “forzare” la mente a immaginare alternative: si parte da un’affermazione paradossale o apparentemente insensata, per poi esplorare se può contenere spunti di innovazione.

Applicazioni nella didattica

Il pensiero laterale trova molteplici applicazioni nella scuola, sia come metodo trasversale sia come strumento disciplinare:

  • stimolare la produzione di idee nei compiti di scrittura creativa;

  • proporre problemi aperti in matematica da risolvere con strategie alternative;

  • affrontare argomenti storici o sociali da prospettive diverse;

  • progettare unità di apprendimento interdisciplinari, in cui gli studenti siano coinvolti in compiti autentici e creativi.

Inoltre, le tecniche di de Bono sono facilmente adattabili alla didattica inclusiva: permettono di valorizzare la diversità di pensiero, offrendo a tutti gli studenti – anche quelli con difficoltà o stili cognitivi atipici – occasioni per partecipare attivamente e dare un contributo personale.

Pensiero creativo e inclusione

Nella scuola attuale, educare al pensiero creativo significa anche favorire l’inclusione cognitiva.
Gli studenti con DSA, ADHD o funzionamento intellettivo limite spesso non eccellono nella riproduzione di contenuti, ma possono esprimere idee originali, collegamenti insoliti, intuizioni creative.

Utilizzare strategie di pensiero laterale significa:

  • valorizzare i punti di forza cognitivi alternativi,

  • riconoscere l’intelligenza creativa come risorsa autentica,

  • rivedere i criteri di valutazione, andando oltre la correttezza formale.

Una scuola che accoglie il pensiero divergente è una scuola che non cerca solo “bravi esecutori”, ma cerca menti vive, curiose e generative.

Conclusione

Edward de Bono ci ha lasciato un’eredità pedagogica di straordinaria attualità:

l’idea che il pensiero sia un’arte da coltivare, una competenza da allenare, una chiave per risolvere problemi, creare futuro, costruire ponti tra le persone.

In un’epoca dominata dall’informazione, dalla complessità e dal cambiamento, insegnare a pensare in modo flessibile e creativo è una responsabilità educativa prioritaria.
Il pensiero laterale non è solo una tecnica, ma una postura mentale, un’apertura alla possibilità, una forma di libertà intellettuale.

Per questo, de Bono è oggi un riferimento prezioso per tutti i docenti che vogliono andare oltre la ripetizione e aprire spazi di pensiero autentico nella scuola.

Fonti di riferimento
  • De Bono, E. (1970). Lateral Thinking

  • De Bono, E. (1985). Six Thinking Hats

  • De Bono, E. (1992). Teach Your Child How to Think

  • MIUR – Linee guida per le competenze trasversali e l’orientamento

  • Erickson (2023). Didattica del pensiero creativo e inclusivo

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