Progettare per competenze: dal sapere al saper fare
Benjamin Bloom (1913–1999) è stato un pedagogista e psicologo dell’educazione statunitense, tra i più influenti del XX secolo.
Il suo nome è legato alla celebre tassonomia degli obiettivi educativi, uno strumento ancora oggi fondamentale per progettare, differenziare e valutare i percorsi di apprendimento.
Con il suo lavoro, Bloom ha contribuito a trasformare l’educazione in una scienza della progettazione didattica, fondata su obiettivi chiari, processi cognitivi graduati e attenzione al potenziale di ciascun alunno.
Che cos’è la tassonomia di Bloom?
Pubblicata nel 1956 e poi riveduta nel 2001, la tassonomia di Bloom è una classificazione gerarchica dei processi cognitivi coinvolti nell’apprendimento.
Organizza gli obiettivi educativi secondo sei livelli progressivi di complessità, che vanno dal semplice riconoscere una conoscenza al saperla applicare in modo creativo e autonomo.
La tass
onomia aiuta gli insegnanti a:
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formulare obiettivi didattici chiari e misurabili;
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progettare compiti adeguati al livello cognitivo degli studenti;
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valutar
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e non solo le conoscenze, ma le competenze.
I sei livelli della tassonomia cognitiva (revisione del 2001)
Livello | Verbi chiave | Descrizione |
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1. Ricordare | elencare, nominare, identificare | Richiamare fatti, definizioni, concetti già appresi |
2. Comprendere | descrivere, spiegare, riassumere | Interpretare, riformulare o dare senso alle informazioni |
3. Applicare | usare, risolvere, calcolare | Utilizzare conoscenze in situazioni nuove e concrete |
4. Analizzare | distinguere, confrontare, categorizzare | Scomporre un’idea nei suoi elementi, individuare relazioni |
5. Valutare | giudicare, giustificare, argomentare | Formulare giudizi, esprimere opinioni motivate |
6. Creare | progettare, inventare, comporre | Mettere insieme conoscenze per produrre qualcosa di originale |
Questa progressione rappresenta un percorso di maturazione cognitiva, che può guidare la costruzione di unità di apprendimento, prove di verifica, rubriche di valutazione.
Oltre la dimensione cognitiva: affettività e abilità pratiche
Oltre alla tassonomia cognitiva, Bloom e i suoi collaboratori hanno proposto due ulteriori dimensioni:
🔷 Sfera affettiva
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Attitudini, valori, motivazioni, atteggiamenti.
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Livelli: ricezione → risposta → valorizzazione → organizzazione → caratterizzazione.
🔶 Sf
era psicomotoria
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Abilità pratiche, gestuali, operative.
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Parti
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colarmente rilevante per laboratori, educazione fisica, attività manipolative.
Queste due aree completano la visione dell’apprendimento come processo integrale che coinvolge mente, cuore e corpo.
Implicazioni per la didattica
La tassonomia di Bloom è uno strumento potentissimo per il lavoro quotidiano dell’insegnante:
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Aiuta a
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progettare lezioni con obiettivi chiari e progressivi.
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Permette di differenziare le attività in base ai livelli cognitivi degli alunni.
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Fornisce una guida per costruire verifiche equilibrate, che valutino più di una competenza.
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È utile per creare rubriche valutative, strumenti chiave per la trasparenza e l’equità.
Bloom e l’inclusione
Nella s
cuola inclusiva, la tassonomia di Bloom permette di:
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adattare gli obiettivi ai livelli di funzionamento reali degli studenti;
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proporre compiti a complessità graduata, offrendo a ciascuno l’opportunità di esprimersi al meglio;
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valorizzare diverse forme di intelligenza (logica, creativa, critica, applicativa…);
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costruire percorsi personalizzati e motivanti, partendo dalle competenze acquisite.
Inoltre, consente una valutazione descrittiva e formativa, attenta al processo e non solo al risultato.
Esempio: un obiettivo in sei livelli
Contenuto: L’Odissea di Omero
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Ricordare: Elenca i personaggi principali dell’opera.
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Comprendere: Spiega con parole tue il significato del viaggio di Ulisse.
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Applicare: Collega il viaggio di Ulisse a un’esperienza personale di crescita.
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Analizzare: Confronta il personaggio di Ulisse con quello di Achille.
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Valutare: Giudica le scelte di Ulisse nella grotta di Polifemo.
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Creare: Scrivi un diario immaginario in cui Ulisse racconta le sue emozioni.
Conclusione
Benjamin Bloom ci ha lasciato una bussola per orientare l’insegnamento: una scuola non può limitarsi a far memorizzare nozioni, ma deve aiutare gli studenti a comprendere, applicare, riflettere, creare.
La tassonomia di Bloom è un invito a progettare per competenze, a costruire curricoli flessibili e progressivi, a valutare con equità e intelligenza pedagogica.
In una scuola inclusiva e moderna, il suo contributo è ancora attuale, concreto, prezioso.