Ogni giorno, a scuola, gli studenti sono chiamati a leggere, ascoltare, organizzare informazioni, trattenere istruzioni e risolvere problemi. Queste attività, apparentemente automatiche, si fondano su due processi cognitivi centrali: l’attenzione e la memoria. Quando uno studente fatica a concentrarsi, dimentica cosa deve fare, o si distrae facilmente, il problema non è (solo) di volontà, ma di gestione cognitiva.
Conoscere i meccanismi dell’attenzione e della memoria permette agli insegnanti di progettare attività più accessibili, monitorare difficoltà specifiche e promuovere strategie di supporto efficaci.
L’attenzione: cosa significa “essere concentrati”?
L’attenzione è la capacità di selezionare, mantenere e modulare le informazioni rilevanti rispetto a un compito. Si tratta di una funzione mentale complessa, dinamica e distribuita in diversi sistemi cerebrali.
Tipi di attenzione (Posner & Petersen, 1990):
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Attenzione selettiva: scegliere uno stimolo ignorando gli altri.
➤ Es. ascoltare l’insegnante nonostante i rumori di fondo. -
Attenzione sostenuta: mantenere la concentrazione nel tempo.
➤ Es. seguire una lezione di 45 minuti senza “perdersi”. -
Attenzione divisa: gestire più compiti contemporaneamente.
➤ Es. ascoltare e prendere appunti. -
Attenzione esecutiva: controllare e regolare l’attenzione secondo il compito.
➤ Es. ignorare le distrazioni durante una verifica.
Lo sviluppo dell’attenzione
L’attenzione si sviluppa nel tempo e matura gradualmente:
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3–6 anni: emerge il controllo dell’attenzione selettiva e sostenuta.
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6–12 anni: aumentano la durata e la stabilità dell’attenzione.
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Adolescenza: migliora la regolazione volontaria e il passaggio tra compiti.
Alunni con disturbi del neurosviluppo (es. ADHD, disturbo oppositivo-provocatorio) possono presentare gravi difficoltà nell’autoregolazione attentiva, che interferiscono direttamente con l’apprendimento.
Strategie per potenziare l’attenzione in classe
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Stabilire routine chiare e prevedibili.
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Alternare tempi di lavoro e pausa.
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Ridurre stimoli distraenti (rumori, materiale superfluo).
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Usare segnali visivi o acustici per il cambio di attività.
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Coinvolgere l’alunno in compiti brevi e con feedback immediato.
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Promuovere la metacognizione attentiva: “Su cosa devo concentrarmi ora?”
La memoria: come tratteniamo e recuperiamo le informazioni
La memoria è il processo cognitivo che consente di codificare, conservare e recuperare informazioni. È essenziale per ogni forma di apprendimento, perché consente la costruzione di significato nel tempo.
Tipi di memoria
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Memoria sensoriale
Registra per pochi millisecondi le informazioni sensoriali (visive, uditive) → se non elaborate, si perdono. -
Memoria a breve termine (MBT)
Sistema temporaneo (15–30 secondi), con capacità limitata (circa 7±2 elementi).
➤ Esempio: ricordare un numero appena sentito. -
Memoria di lavoro (Baddeley, 2000)
Sistema che consente di trattenere e manipolare attivamente le informazioni.
➤ Esempio: risolvere un problema matematico a più passaggi. -
Memoria a lungo termine (MLT)
Sistema stabile e duraturo, suddiviso in:-
Memoria dichiarativa (fatti, eventi, concetti)
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Memoria procedurale (abilità, automatismi)
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Memoria e apprendimento scolastico
Ogni disciplina si basa su processi mnemonici:
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Italiano: comprensione del testo → recupero di significati
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Storia: memorizzazione cronologica e causale
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Lingue: associazione parola-suono-significato
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Matematica: applicazione di regole e procedure
Difficoltà nella memoria di lavoro o nella memoria a lungo termine possono compromettere la prestazione scolastica anche in presenza di un buon livello intellettivo generale.
Strategie didattiche per supportare la memoria
Codifica
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Usare mappe concettuali, parole chiave, immagini.
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Coinvolgere emozioni e vissuti (es. esempi personali).
Consolidamento
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Spiegare con linguaggio semplice e ripetuto.
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Ripassare in modalità diverse (orale, visiva, scritta).
Recupero
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Allenare la rievocazione attiva (quiz, domande guidate).
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Usare schede riassuntive e esercizi di sintesi.
Didattica metacognitiva: “insegnare a ricordare”
Integrare attività metacognitive nella didattica aiuta gli studenti a diventare consapevoli del proprio processo di apprendimento:
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Chiedere: “Cosa ho capito?”, “Cosa mi serve per ricordarlo?”
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Insegnare strategie di memorizzazione (es. loci, acronimi, ripetizione dilazionata)
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Allenare l’autovalutazione e il monitoraggio dei propri errori
Conclusione
Attenzione e memoria sono le colonne invisibili dell’apprendimento scolastico. Non basta “spiegare bene” se lo studente non è in grado di gestire le informazioni nel tempo e nello spazio mentale.
L’insegnante, in quanto adulto mediatore, può fare la differenza offrendo ambiente, tempi e strategie accessibili, capaci di sostenere il funzionamento cognitivo anche nei casi di fragilità.
Riferimenti utili
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Cornoldi, C. & De Beni, R. (2001). Memoria e apprendimento
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Baddeley, A. (2000). The episodic buffer: A new component of working memory
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Gathercole, S. & Alloway, T. (2008). Working memory and learning: A practical guide for teachers
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Posner, M. I., & Petersen, S. E. (1990). The attention system of the human brain